venerdì 4 aprile 2014

Silenzio web

Fino a non molto tempo fa, facevo gli auguri di buon compleanno ai miei amici di Facebook. Un piccolo rito quotidiano, pochi clic, e in cambio ricevevo ringraziamenti, saluti, sorrisi: semplice e piacevole Da un po' non lo faccio più, nemmeno con le persone che conosco molto bene e a cui sono più legato.
Non c'è una ragione precisa, ma complessivamente il “social” mi annoia. Forse è un tempo che preferisco la compagnia di persone in carne e ossa. Forse sento personalmente quel declino che – dicono alcuni – farà sgonfiare questa parte della rete entro pochi anni. Ogni tanto intervengo, sulla cultura e sulla politica, oppure metto il “mi piace” a qualche post altrui intelligente, seguo il promemoria di certi eventi...
Scrivo anche pochissimi tweet (lo confesso, da sempre seguo poco e molto poco sono seguito, e la cosa non mi disturba!), e solo oggi torno qui a scrivere questo articolo in uno dei miei due blog, dopo una vita.
Non credo proprio però di essere io che perdo i colpi, di non riuscire magari invecchiando a seguire il ritmo sempre più vorticoso dell'innovazione, anzi! Sono invece sempre più convinto – e l'esperienza con le persone reali, di ogni età, me lo confermano ogni giorno – che c'è una drammatica inflazione che oggi fa male, malissimo al mondo, e di cui dovrebbero preoccuparsi i “rigoristi” del nord Europa e non solo, e non è quella del denaro (la buona vecchia lira dimezzava il suo valore ogni dieci anni, e oggi qualcuno perfino la rimpiange!), ma quella della comunicazione, tanta, troppa, spessissimo a vanvera, che il più delle volte non porta da nessuna parte e sconfina in un rumore indistinto, attraverso cui passano soltanto ideologia e piatto conformismo. Cioè: disponiamo oggi di una quantità esagerata di mezzi per comunicare ovunque e con chiunque in tempo reale, siamo sempre aggiornati, connessi, intercomunicanti... e con quale risultato? Che siamo ritornati all'assedio di Sebastopoli in Crimea e ai moti irredentisti nel Lombardo Veneto, come in pieno Ottocento!
Siamo sicuri che la “tecnologia”, la rete nella versione corrente “navigo a 20 mega e quindi sono al passo coi tempi, anche se non so archiviare una foto in un pc!” rappresenti davvero il “futuro”, o anche solo un piccolo progresso per l'umanità, rispetto per esempio ai tempi in cui il mondo era dominato dalla televisione? O meglio, siamo sicuri che il mondo di oggi non sia ancora e più di prima dominato dalla televisione? Con noi che nemmeno ce ne rendiamo conto, intenti a trastullarci con i nostri specchietti e perline digitali, contenti dei nostri conti correnti on line e dei nostri navigatori satellitari (ottime cose, per carità!)
Ma intanto corriamo affannosamente dietro al mercato senza poter scegliere e andiamo avanti a testa bassa con una “digitalizzazione” per i più consumistica, passivizzante, sostanzialmente analfabeta.
Oltre i contentini individuali e di gruppo, i risultati sociali e politici complessivi... beh, sono sotto gli occhi di tutti!

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