venerdì 3 maggio 2013

Bambini fucili killer ideologia


Notizia americana: nel Kentucky un bambino di 5 anni ha ucciso la sorellina di 2 con un colpo di fucile. Non ha preso accidentalmente l'arma di un genitore (chi si ricorda negli anni settanta l'enciclopedia I Quindici, traduzione di Childcraft, che consigliava a mamme e papà di tenere le armi di famiglia fuori dalla portata dei bambini?), ma il fucile era suo. Gli era stato appena regalato, scelto nel ricco catalogo di una premiata ditta, specializzata nella produzione di armi vere per bambini! Fantastico!
Gli Stati Uniti sono per definizione il paese più progredito e democratico del mondo.
Se però chiedessero l'ammissione all'Unione Europea, non avrebbero i requisiti. Nel vecchio bistrattato continente non sono infatti ammessi la pena di morte e la vendita libera delle armi, mentre da quelle parti non basta nemmeno l'impegno personale del presidente Obama per vietare almeno quelle da guerra!
Niente male però anche da noi in Italia, la sparatoria davanti al ministero degli interni. C'è un tizio che agisce con modalità da killer professionista suicida (“ma perché i carabinieri non mi hanno sparato?” pare abbia chiesto. Forse perché stavi in mezzo alla folla?) e gran parte della stampa lo tratta come un “disoccupato disperato”. Non avendo nient'altro da fare, notoriamente i disoccupati si allenano ad estrarre più veloci di Tex Willer la loro pistola illegale con matricola cancellata e a colpire esattamente nei punti non protetti dai giubbotti antiproiettile! O avrà imparato in qualche videogioco?
La ditta americana pare si lamentasse (ora non si può verificare, dato che 2 giorni dopo il fattaccio le sue pagine web sono inaccessibili!), perché qualche assurda legge le vieta l'esportazione delle sue armi per bambini nel resto del mondo. Sai che bel regalo per i nipotini di Borghezio, soprattutto ora che i problemi dell'immigrazione in Italia sono affidati a un ministro donna di origine africana dalla pelle nera! Ma dove andremo a finire?
Ai tempi del fascismo e del nazismo, molti hanno detto e scritto che il pensiero unico, l'adesione di massa a quelle idee era favorito dalla propaganda, dall'uso sapiente e sistematico che quei regimi sapevano fare di stampa, radio e cinema. Tutti vedevano e sentivano le stesse cose, ripetute, e ci credevano.
Oggi tutti siamo “liberi” di comunicare come vogliamo, tra pc, smartphone, tablet, social network, tweet, cloud. Ma come capacità di pensiero autonomo e come scambio di idee tra le persone, in modo da condividere e capire meglio insieme ... sembra che non siamo messi tanto bene neanche noi!



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