martedì 12 giugno 2012

Restituiamo i cortili ai bambini!


Premessa. Dato che da 30 anni uso personalmente con i bambini tutta la tecnologia che mi passa per le mani, e non per contemplarla ma per fare le cose, credo che lo posso dire senza nessun timore di passare per un vecchio dinosauro spaventato dall'avanzare del “nuovo”. Ai bambini di oggi, più che scuole malamente “digitalizzate” (dove di norma non si sanno usare non solo i computer, ma nemmeno la macchina fotografica, ci crediamo davvero che il miracolo lo faranno ora le LIM e i tablet? Contalo a tua sorella!) servono fondamentalmente altre cose: adulti che raccontino storie e li aiutino a immaginare, libri (possibilmente di carta) a cui appassionarsi fin da piccoli; spazi nella natura per correre, esplorare, annusare l'erba e il muschio, andare in bicicletta, e soprattutto il tempo di potersi ritrovare insieme, a giocare con gli altri bambini. Queste cose, se mancano, non sono certo i gadget digitali che le sostituiscono! E queste cose soprattutto significano che la società torna ad ed essere attenta alle nuove generazioni, non solo per vendergli qualcosa, o per fare ideologia, ma perché ci tiene a che possano crescere in modo armonico e sereno.

Il “Corriere” una quindicina di giorni fa titolava: «I cortili ritornino ai bambini», riferendosi all'iniziativa di Chiara Bisconti, assessore al Tempo Libero del Comune di Milano, che ha pronta sul tavolo "una bozza tesa a rimuovere qualsiasi divieto al gioco per i bambini sotto i 10-12 anni con l'eccezione delle ore dopo pranzo". Mi ricordo negli anni Settanta Franco Passatore che, raccontando delle sue esperienze di animazione teatrale, poneva una domanda molto semplice, ma indicativa dei valori di una civiltà: perché le macchine possono fare rumore e i bambini no?
Non sappiamo quando e come usciremo dalla crisi attuale. Certo, l'opulenza che forse stiamo perdendo non ci ha reso più felici e sereni, più capaci di vivere insieme con gli altri, più capaci di godere di quello che abbiamo. Potrebbe anche essere che finalmente capiamo che forse, piuttosto che accumulare per per noi e per i nostri pargoli tesori da nascondere gelosamente nel chiuso di appartamenti incomunicanti, potrebbe essere molto più bello – oltre che meno costoso – lasciare che almeno i bambini scendano di nuovo a giocare in cortile. Perché il mondo - loro ancora istintivamente lo sanno – è più bello quando non lo si compra, ma lo si immagina e lo si gioca!

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