martedì 5 giugno 2012

La pubblicità dei bambini: Prigion Baby


Un gioco che ho fatto molto negli anni passati, era proporre alle classi dalle elementari, dopo un breve percorso di decodifica del messaggio pubblicitario, di inventare dei prodotti e di ideare il relativo spot televisivo, che poi, alla buona ma con divertimento, si andava a realizzare.
Rispetto ai consueti lavori scolastici sulla pubblicità, per lo più centrati sull'analisi del testo e dei messaggi, c'erano meno suggestioni adulte e più libertà, per i bambini, di attingere alla propria immensa cultura latente di telespettatori, per rielaborarla, farne immagini, storie, espressione originale.
In questo modo, non solo l'educatore verifica se i bambini hanno imparato, ma può a sua volta imparare molte cose dai bambini, dalla loro capacità di sintesi e dal punto di vista naturalmente “divergente” che, quando si sentono liberi di giocare e non solo in dovere di compiacere l'adulto, essi sanno esprimere a volte con rara efficacia.
Prigion Baby” fu realizzato nel 1995 a Soresina (CR) ed è bello: situazione chiara, tempi e ritmi rapidi e precisi, descrizione del prodotto sintetica, completa, puntuale. E quella capacità “magica” che hanno tra di loro i bambini di organizzarsi, che la scuola del sapere che si trasmette e si inculca, statisticamente, sollecita poco e di rado. Una dimostrazione nei fatti della possibilità concreta di una scuola del fare in cui tutti, adulti e ragazzi, siano ugualmente protagonisti, a livelli culturalmente e produttivamente elevati.


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