lunedì 30 aprile 2012

I nativi digitali come la Padania!



Lo leggo in un documento ufficiale di un liceo, poi in un questionario per le scuole medie, e adesso è addirittura diventata la linea ufficiale sulla scuola del partito democratico! Non esistono più i bambini e i ragazzi, ma i “nativi digitali”! Viene da sé pensare: più una definizione appare scientificamente campata per aria, più nella pratica è fuorviante e ostacola il rapporto con le realtà reale, più evidentemente “acchiappa”! Così, presso l'opinione pubblica, chi teorizza mutazioni generazionali basati sulla data di nascita e l'esposizione ai mezzi (???) trova vasto credito e ascolto, e perfino il partito politico favorito alle prossime elezioni (lasciamo perdere che cosa pensano poi gli italiani in generale dei partiti!) si sente in dovere di cavalcare l'onda dell'entusiasmo popolare per la rivoluzione che si celebra da Media World!

D'altra parte, oggi si vive (e a volte anche si muore) di parole e frasi fatte , a cui raramente si applica il benché minimo ragionamento: “Ce lo chiede l'Europa!”, “Lo vogliono i mercati!”. E poi lo spread, la “Padania”! Abbiamo appena modificato la Costituzione (con il contributo determinante anche di quel famoso PD che pure raccoglie nelle sue file gente che un tempo si richiamava a Gramsci!) per inserire un assurdo politico come il pareggio di bilancio nei conti dello stato. Dove la “modernità” azzera le differenze tra una repubblica democratica e un'azienda, così come identifica il progresso della scuola nella sua “digitalizzazione”, senza interrogarsi più di tanto sul fatto che forse l'interesse degli studenti potrebbe non coincidere sempre con quello dei produttori di LIM e tablet e dei gestori telefonici!

Io vengo da una settimana in cui ho incontrato tutti i giorni gruppi di bambini e ragazzi veri, tra i 5 e i 14 anni, tra insetti, tecnologia (anche quella tanta e vera, e soprattutto applicata più che predicata!), e poi discorsi su noi stessi, la gioia e la difficoltà di essere in tanti a fare insieme le cose. Nella sala della mostra fotografica, i bambini entusiasti avevano occhi acutissimi e scoprivano ragnetti microscopici sul muro; i ragazzi delle medie troppi e distratti li recuperavi se li prendevi a parlare uno per uno o a piccoli gruppi, e allora scoprivi inaspettati interessi condivisi; mentre il giardino è diventato un luogo delle meraviglie, con le “autostrade delle formiche” sul cipresso americano e la potenza delle “lenti di ingrandimento elettroniche” (glielo devi dire tu però, ai “digitali”, che sono meglio di quelle tradizionali!) che hanno aiutato a osservare esseri minuscoli e sorprendenti.
E poi il pc e il video proiettore per rivedere grande e condividere sul web, il registratore per le voci, il telefonino smart per fare all'occorrenza un po' di tutto, Ma soprattutto bambini e ragazzi veri, “nativi” umani, figli o ospiti di una terra che, a forza di ripetere come uno slogan un nome che fino a 20 anni fa nessuno aveva mai sentito, c'è chi la oggi chiama “Padania” e crede davvero che esista come “nazione” (e sei tu che devi “dimostrare” che non esiste, o che Va' pensiero nell'opera di Verdi lo cantavano gli ebrei in Babilonia e non i Lombardi!)
La Padania come i “nativi digitali”. Luoghi comuni che annullano tendenzialmente nel pensiero comune e nella politica le persone vere, specialmente quando sono molto giovani e probabilmente avrebbero qualcosa di originale e interessante e nuovo da dire.
Poi magari in questo convegno si diranno (forse) anche cose giustissime sulla scuola e le tecnologie. Ma esordire usando una terminologia che induce a pensare i bambini e i ragazzi come fossero alieni, non lo definirei proprio un bell'inizio! E del resto, diverse scelte non proprio "progressiste" già fanno discutere in rete (ci torneremo).
E oggi ormai è il primo maggio!

Ragazzi, se sapessimo, si potrebbe fare!


Leggo oggi che al mitico MIT hanno realizzato un telefono cellulare “fatto in casa”. A parte l'utilità di ricordare che oggi, dati i prezzi bassi della componentistica e l'utilizzo dei computer in fase di progettazione, chiunque può fare le cose, e non solo l'industria, resta evidente che, nella costruzione dell'hardware, una certa sproporzione tra quello che si può fare artigianalmente e ciò che si offre sul mercato resta. Con quei costi, ci compriamo veri e propri computer con prestazioni strabilianti. E l'esempio di quello che si può fare, è bello ma alla fine rimane lì!

Tra grafica e video con pc MSX2, 1988, 8 bit, 3.5Mh
E' sul versante software invece, dove davvero si potrebbe essere competitivi anche dal punto di vista della qualità (perché è lì che le idee possono contare di più delle disponibilità economiche) che si stanno perdendo da decenni ormai occasioni enormi, incredibili, solo perché la gente non sa, o non è abituata a collegare le cose. Leggo per esempio su una pagina di software libero e gratuito per le scuole e i bambini, per altro meritevolissima per il solo fatto di esistere:Programmi per gif animate". E' un piccolo indizio non solo linguistico, di come i computer non hanno poi cambiato la nostra vita! Cioè: nella vita ci sono i cartoni animati della TV, con cui praticamente da 50 anni crescono i bambini, e nei computer ci sono le GIF! Mondi comunque separati, non comunicanti!
Pensare che con il computer non solo i professionisti, ma chiunque può fare i cartoni animati, quella sì sarebbe una cosa importante. E non a caso praticamente tutti i programmi per bambini usciti negli anni per questo tipo di elaborazioni erano complicati e poco efficienti, basati più sull'esperienza del disegno manuale che sulle capacità specifiche dei computer. Quelli che funzionavano bene, sono stati eliminati dal mercato, così come i sistemi informatici come l'Amiga, che tra gli anni Ottanta e Novanta facevano intravedere un futuro di possibili utenti attivi davvero e non solo passivi consumatori di apps!
Così fin da piccoli ci si abitua per lo più non a scrivere i libri, ma a giocare con le word art; non a fare i film, ma caricare cose invedibili su YouTube; non a fare grafica strabiliante, ma a "disegnare" con Paint!
Eppure, se sapessimo, si potrebbe fare!

domenica 22 aprile 2012

Il ragno, la formica, la videocamera


Se ci si si pensa, è abbastanza bizzarro che nei libri sugli insetti pubblicati anche di recente, l'accessorio consigliato per osservarli dal vivo da vicino sia ancora la lente di ingrandimento, che si parli di fotografia come un passo tutto sommato successivo e un po' “professionale”, e che non si accenni minimamente all'uso possibile della videocamera. Cioè: anche tutti quei discorsi tecnici su luce, messa a fuoco, immagini mosse, con le videocamere amatoriali neanche si pongono: basta andare vicino e riprendere! E il risultato è molto spesso strabiliante, che solo 15 anni fa ci volevano attrezzature da Microcosmos!
Come la tecnologia non cambia la nostra vita! Nel senso che un approccio così normale. che apre in un attimo orizzonti e interessi, senza fatica, così come si guarda e si immagina, non entra nella testa di un sacco di gente, inclusi molti tra quelli che si riempiono la bocca di discorsi “2.0” (a proposito, ma quanti sanno che cosa vuol dire?).

In realtà è semplicissimo. Siamo usciti l'altro giorno con i bambini di prima elementare a cercare i piccoli animali nel giardino della scuola. I bambini trovavano, Paolo e la maestra inquadravano con macchina fotografica e videocamera, e tutti osservavamo in anteprima nei display LCD (molto meglio che una lente di ingrandimento!) le immagini che poi ieri abbiamo rivisto enormi, proiettate su uno schermo. Nel computer ci sono anche le figure di tante altre uscite di tanti altri bambini, così che possiamo osservare anche da altri punti di vista gli stessi ragni e insetti, o altri simili. Mentre guardiamo col visualizzatore di immagini del pc, ingrandiamo e vediamo benissimo particolari che sembrano incredibili: gli occhi, i peli, le antenne corte, le ventose sulle punta dei “piedi” del moscone; la zampe quasi trasparenti e il disegno geometrico sul dorso del ragno che a occhio nudo pareva piccolo e insignificante. Dalle riprese video, le “conversazioni” tra le formiche, quando si incontrano e parlano tra loro con le antenne.
I bambini intanto disegnano. Dovrebbero solo accennare, per poi fare meglio e colorare, mentre passiamo velocemente da una immagine all'altra, ma alcuni sono rapidissimi e già inseriscono con precisione i particolari, con un qualità sorprendente: “Fammi rivedere il ragno, fammi guardare di nuovo le zampe della formica!”
Riprenderemo qui il discorso, parleremo di come con naturalezza e proprietà entrano poi in gioco i libri e la rete. Ma intanto una bambina ha ritagliato il suo disegno, viene da me e me lo regala. Altri fanno lo stesso, ritagliando e incollando. Per esempio la formica, che noi avevamo osservato su un muro, è stata incollata sopra un un pezzo di prato. Bellissimi!

venerdì 20 aprile 2012

Quando i bambini stupiscono


Il mese scorso, arrivo in una classe prima elementare, che devo portare fuori in giardino in cerca di insetti. Non ho fatto ancora in tempo a entrare, che un bambino mi chiede: «Tu che sai cosa sono i pirrocoridi
E in una una prima media, dove invece dovevamo girare un video, eravamo rimasti tutti ad ascoltare un ragazzino che ci parlava della sua passione per il cinema, dei suoi registi preferiti, e di come montava i video con effetti speciali usando un software professionale crackato scaricato da internet.


Quando i bambini fanno così, specialmente se tu adulto non sai molto di insetti o di video, d'istinto ci rimani male. E se non conosci bene i bambini, ti viene anche da generalizzare, da pensare che tutti siano così! Ma se cominciamo a pensare per luoghi comuni, per stereotipi, allora è il momento che perdiamo di vista le persone reali.
In realtà, i bambini “più bravi dei grandi” sono davvero molto rari. Anche se a volte ne incontri –
razza purtroppo in espansione a causa di un mondo adulto che li incoraggia – alcuni che si danno arie di sapere tutto. Presuntuosi e patetici, hanno in testa quattro cose e già credono che il mondo sia tutto lì: ormai quasi persi come bambini, aspiranti tronfi simulacri della società dell'apparire. Se qualcuno non li aiuta a recuperare la loro infanzia!

L'atteggiamento più frequente (e più normale!), anche del bambino che ha sviluppato competenze rare e precise in campi che stupiscono l'interlocutore adulto, è da una parte far vedere quello che sa (che è di più della media degli altri e merita attenzione), e dall'altra aspettarsi comunque che qualcuno lo corregga e lo aiuti a migliorare i punti deboli di cui – se appassionato di conoscenza e non solo di se stesso – è perfettamente consapevole.
Nel caso specifico, io ne sapevo abbastanza di insetti e di video da tenere facilmente testa ai due “genietti” di turno. Ma anche per chi – adulto educatore, insegnante – di quella cosa non se sappia, l'incontro tra gli umani è sempre – dovrebbe, potrebbe essere - uno scambio di conoscenze, e tutti siamo un po' a insegnare, un po' a imparare, ed è questo il bello. Non è una gara tra detentori di sapere, e non c'è un sapere “alla moda” che valga di più!
Quando si sta con gli altri per incontrarli e non per dimostrare qualcosa, è anche molto più rilassante, piacevole, e aiuta le persone a crescere e a sentirsi meglio.

domenica 15 aprile 2012

Un video di bambini e robot


Personalmente, il giorno che ho scoperto sui telefonini la differenza tra touch screen capacitivo e resistivo, anch'io ero lì che andavo e toccavo, affascinato e curioso come un bambino piccolo. Lo fanno tanti vecchietti come me che non hanno adottato come stile di vita il mantra “io di tecnologia non ci capisco niente!”, o che più semplicemente non hanno dimenticato il piacere di scoprire le cose. Del resto, con l'iPad ci giocano pure i gatti, e non per questo quando saranno grandi, cioè leoni, domineranno il mondo digitale!

Ma il video dei bambini della scuola dell'infanzia che si affollano intorno al braccio robotico dei loro compagni della scuola media (istituto comprensivo don Milani di Latina), quello invece è interessante.
Intanto, c'è quella cosa tanto bella e tradizionalmente poco utilizzata a scuola, di mettere i bambini, i ragazzi, gli studenti al centro del processo di apprendimento, anche in forme tradizionali (uno insegna all'altro come si fa una cosa), ma che comunque rinforzano il senso di comunità e di socialità: non un insieme di individui che singolarmente si riferiscono ad un sapere astratto, dispensato ad ognuno separatamente da un umano, libro o macchina, senza stabilire relazioni tra di loro, ma un gruppo di persone in cui la collaborazione è determinante.



In questo caso, c'è una evidente timidezza reciproca, dei ragazzi della media poco abituati a trattare con i piccoli, e della bambina che prova a fare quello che le si dice in punta di dito. Alle loro spalle, altri piccoli osservano curiosi ed esitanti, ma indubbiamente interessati.

Pensavo: tante volte ci riferiamo alle giovani generazioni attraverso definizioni astratte che a ben vedere non significano nulla e che ci fanno perdere il senso delle persone. Poi, nella relazione educativa concreta, queste definizioni dobbiamo metterle da parte, perché quegli esseri astratti nella realtà non esistono. Ma intanto possiamo aver sbagliato approccio, personalmente, pubblicamente, nell'elaborazione di programmi, nell'investimento di risorse e di idee. E il mondo ci risulta più difficile da capire, visto dal lato rovescio!

sabato 14 aprile 2012

Bambini Oggi... atto secondo


Bambini, un computer e il millepiedi trovato e filmato da altri bambini
Nota: successivamente alla pubblicazione di questo post, sono dovuto intervenire a rimuovere i link a "Bambini Oggi" (944 articoli in 2 anni e mezzo!) che per scelte redazionali del network Blogosfere non sono più accessibili in rete.

Dal maggio 2009, "Bambini Oggi" è stato il mio primo blog, nato dalla collaborazione con il network Blogosfere. Sono andato avanti con cadenza praticamente giornaliera fino ai primi giorni di quest'anno, per un totale di 944 articoli, scrivendo di bambini nel mondo, ma anche cercando di dare voce alle loro esperienze, ai bambini in prima persona quando fanno cose e sono protagonisti, nella realtà, oltre le immagini stereotipate con cui spesso li si descrive. 
Bambini, Niños, Children” sarà forse qualcosa di meno, nel senso soprattutto che non pubblicherò così frequentemente, ma anche mi auguro qualcosa di più. Cercherò cioè di mettere a frutto l'esperienza precedente per trattare i diversi argomenti in modo più ordinato, meditato e – questo però non dipende solo da me - più partecipato.
Il titolo trilingue prelude probabilmente a qualche post ogni tanto in spagnolo e in inglese e deriva anche da una serie di rapporti e progetti a carattere internazionale. Globalizzazione per fortuna non significa soltanto il governo mondiale delle banche, ma anche tante possibilità per ognuno di noi, inclusi i bambini, di scambiare e fare insieme, grazie alla potenza, facilità e accessibilità della moderna tecnologia.

Come “sede”, mi appoggio a una delle piattaforme più usate dagli autori di blog indipendenti e autogestiti, senza per ora addentrami in operazioni complicate di layout o personalizzare l'indirizzo web. Resta il problema della difficoltà degli indipendenti di fare davvero rete, in un contesto in cui la condivisione, a parole sostenuta da tutti, viene poi di fatto praticata da pochi.

Io non sono un insegnante, ma incontro tanti bambini di età diverse, quasi tutti i giorni, e di mestiere gli faccio venire voglia di fare delle cose, a partire da quello che sono e che sanno. Non ne parlo per sentito dire, non mi baso su tabelle o statistiche, non li classifico da lontano sulla scorta di teorie "di successo", ma mi confronto con loro e li guardo negli occhi. E una cosa che i bambini veri ancora oggi ci insegnano, tutte le volte che li si mette nelle condizioni di fare insieme, è proprio che dalla condivisione di idee ed esperienze, dal gioco intelligente, dalla collaborazione tra persone motivate, si riescono a realizzare con facilità cose incredibili, con piena soddisfazione di tutti.
In un pianeta travagliato da crisi economiche, politiche e sociali devastanti, forse uno spunto da non sottovalutare...